Donna, Vita, Libertà
di Fabiola
Il 13 settembre 2022, la donna curda iraniana Mahsa Amini è stata arrestata a Teheran dalla cosiddetta polizia “morale” iraniana, che regolarmente sottopone donne e ragazze ad arresti e detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti per non aver rispettato l’obbligo discriminatorio di indossare il velo.
Secondo testimonianze oculari, la ragazza è stata picchiata selvaggiamente e poche ore dopo l’arresto è stata trasferita all’ospedale di Kasra: tre giorni dopo è stata dichiarata morta.
La morte di Mahsa Amini è stata l’ormai nota “goccia che fa traboccare il vaso”, in questo caso un vaso colmo di ingiustizie, repressioni e violenze nei confronti delle donne curde e iraniane, dando inizio alle rivolte a Teheran.
Questa è l’undicesima settimana di disordini urbani e si contano circa 400 vittime ma le manifestanti, che ormai sono considerate rivoluzionarie, non sono disposte a scendere a compromessi e avanzano gridando “Zan, Zendegi, Azadi”, ovvero Donna, Vita, Libertà.
Perché questa rivolta sta avendo più risonanza rispetto a quelle avvenute in passato in Iran?
I motivi principali sono tre: il cambio generazionale (la maggior parte delle persone che stanno partecipando hanno dai 15 ai 25 anni), l’unione di ceti sociali diversi che lottano per la stessa causa e la centralità delle donne. Molti degli eventi precedenti erano incentrati sulle richieste di studenti, lavoratori o classi medie e medio-alte dei centri urbani, gruppi che spesso hanno emarginato involontariamente altre lotte come quelle di minoranze, donne o LGBTQIA+, forze che in passato hanno potuto unirsi ma quasi mai in un modo incisivo e inclusivo come oggi.
I capelli e il velo
Due sono i simboli di questa rivolta resi noti dai social network: tagliarsi i capelli e bruciare il velo.
Il taglio dei capelli è una tradizione curda che si pratica dopo un lutto, significa mettere da parte la propria esteriorità per evidenziare la sofferenza e la perdita. Per quanto riguarda il velo, non è la prima volta che viene dato alle fiamme durante le manifestazioni: esso rappresenta le leggi emanate dall’Ayatollah Khomeini nel 1979 e diventate legge nel 1983.
Il governo teocratico spesso blocca l’accesso a internet per evitare che tutto ciò diventi noto al resto del Mondo. Fortunatamente, non tutto viene censurato: è grazie a giovani coraggiose se abbiamo foto, video, racconti e siamo a conoscenza del loro dolore. Sui social sono in tendenza da mesi gli hashtag #beourvoice e #mahsaamini, pubblicati anche sotto post di celebrità per avere più visibilità.
Il Mondo intero sta rispondendo alle loro richieste, ognuno con i propri mezzi. C’è chi realizza graffiti di personaggi dei cartoni animati nel gesto di tagliarsi i capelli, chi si taglia davvero una ciocca o si rasa l’intera testa. Alcune associazioni Italiane stanno raccogliendo e spedendo questi capelli alle ambasciate Iraniane come gesto di solidarietà.
La risposta del governo
Purtroppo il governo Iraniano continua a non voler ascoltare ciò che hanno da dire le persone in piazza: è stata emessa la sesta condanna a morte nei confronti di un manifestante e si è parlato di 15mila possibili esecuzioni di ragazze e ragazzi (tra cui minorenni) arrestate\i durante le manifestazioni.
Per gli adulti è facile reperire informazioni ma l’argomento è comunque molto complesso, per questo abbiamo deciso di consigliarvi libri prevalentemente per adolescenti, così che tutte e tutti possiate farvi un’idea sulla condizione delle donne in Iran, in particolare delle donne curde.
– Zehra. La ragazza che dipingeva la guerra, Antonella de Biasi
– La bicicletta verde, Haifaa Al Mansour (anche il film)
– Sotto il velo, Takoua Ben Mohamed
– Prigione n.5, Zehra Dogan
– I racconti di Parvana, Nora Twomey (DVD)
– Persepolis, Marjane Satrapi (anche il film)
– Lettera a mia figlia che vuole portare il velo, Sophie Troubac