La Montagna in Città

La Montagna in Città
Rassegna cinematografica – CAI Venaria Reale
Ingresso gratuito
Torna la rassegna cinematografica del CAI Venaria dedicata alle pellicole che raccontano la montagna. Le proiezioni si terranno presso la Biblioteca e l’ingresso sarà gratuito (con obbligo di mascherina e Green Pass).
Ecco i titoli scelti per questa stagione 2021:
Venerdì 5 novembre
Ore 21.00
Grido di pietra
Regia di Werner Herzog. Un film con Donald Sutherland, Brad Dourif, Vittorio Mezzogiorno, Mathilda May, Werner Herzog. Genere Drammatico – Germania, Francia, Canada, 1991, durata 96 minuti
Tratto da un’idea dello scalatore Reinhold Messner, il film narra la sfida tra Vince Roccia, un famoso rocciatore solitario, e un giovane e presuntuoso tecnico della scalata. Il primo abbandonerà l’impresa di scalare il Cerro Torre mentre il secondo fingerà di essere arrivato alla cima. In realtà l’unico uomo ad aver raggiunto la vetta è qualcun altro, che ha avuto il gusto di lasciare una piccozza con una foto di Mae West. Strutturato come un buon film televisivo ma al di sotto delle aspettative per un autore come Herzog. È stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia.
Venerdì 12 novembre
Ore 21.00
La prima neve
Regia di Andrea Segre. Un film con Jean-Christophe Folly, Matteo Marchel, Anita Caprioli, Peter Mitterrutzner, Giuseppe Battiston. Genere Drammatico, – Italia, 2013, durata 105 minuti
Pergine, piccolo paese del Trentino ai piedi della Val de Mocheni. E’ lì che è arrivato Dani, fuggito dal Togo e poi nuovamente costretto a fuggire dalla Libia in fiamme. Dani ha una figlia piccola (che gli ricorda troppo la moglie morta per volerle davvero bene) e una meta: Parigi. In montagna, dove ha trovato lavoro presso un anziano apicoltore, fa la conoscenza di Michele, un bambino che soffre ancora per la perdita improvvisa del padre.
Venerdì 19 novembre
Ore 21.00
Mountain
Regia di Jennifer Peedom. Un film con Willem Dafoe. Genere Documentario, – Australia, 2017
Il documentario in chiave di sinfonia audiovisiva, racconta le scalate delle montagne più impervie, le imprese impossibili di climbers e altri acrobati delle vette più remote. Ma non lesina di suggerire anche gli aspetti controversi delle pratiche alpinistiche più estreme. Fino a tre secoli fa, le montagne erano luoghi di pericolo, non di bellezza. Quando a metà del XX secolo l’Everest venne conquistato, l’alpinismo era diventato una ricerca della perfezione e le montagne venivano viste come avversari da sconfiggere. Oggi, quando milioni di persone sono incantate dalla loro magia, le montagne diventano teatri di svago: gestite e mercificate come parchi giochi. Ma le montagne sono molto di più di una distrazione o un nemico da battere. Il loro valore risiede nel riconoscere i nostri limiti.
Venerdì 26 novembre
Ore 21.00
Gian Carlo Grassi: un uomo, una storia
Dedicato alla figura dell’alpinista piemontese, deceduto nel 1991 sul Monte Bove, nelle Marche. Originario della Val di Susa, negli anni settanta fa parte del movimento del “Nuovo Mattino”, ambiente in cui frequenta tra gli altri Gian Piero Motti e Danilo Galante. Grassi inoltre riesce a portare la tecnica delle cascate in alta montagna e diviene specialista della salita dei cosiddetti couloir fantasma, canaloni dove solo d’inverno la neve e il ghiaccio creano una via di salita.
