Cassetti, libri e una mente organizzata
Lavorando con i social e le piattaforme online, ho abituato il mio pensiero a uno sviluppo schematico e ordinato. Nella mia testa quindi, la biblioteca è più strutturata di quanto lo sia nella realtà. E mi piacerebbe farvi fare un breve tour all’interno di questo edificio onirico.
L’ingresso
Ci troviamo davanti a uno schedario vintage anni ’50, di quelli in abete con la maniglietta retrò e lo spazio per inserire l’etichetta. I cassetti sono trentasei, divisi in nove file da 4 cassetti. Ma non li apriremo tutti, tranquilli.
Nella fila più in basso abbiamo i cassetti dei libri che non leggo quasi mai: troviamo i romanzi rosa, i saggi di economia, statistica, amministrazione pubblica.
Nella seconda fila troviamo tutta una serie di stanze. Mi spiego meglio: aprendo (ad esempio) il secondo cassetto sulla destra, troviamo l’aula informatica; nel cassetto più a sinistra invece troviamo il magazzino. In pratica, aprendo un cassetto e facendo un bel salto al suo interno, ci ritroviamo in una delle stanze della biblioteca.
Nelle file centrali, ho inserito tutto ciò che è di mio interesse: troviamo un cassetto dedicato ai fumetti, uno dedicato ai libri di marketing e storytelling, un cassetto con tutta la letteratura e un cassetto che mi porta all’interno dell’ufficio, dove trovo computer, smartphone, quaderni, appunti, pillole di vario genere che spaziano dai social media alla grafica.
Una fila è completamente dedicata alle attività con bambini e ragazzi, ai laboratori, al materiale che abbiamo (diviso inevitabilmente per attinenza, forma, grandezza, colore).
E poi ovviamente ci sono i cassetti della formazione: il cassetto social, lo spazio podcast, la raccolta di nozioni sul teatro e le letture ad alta voce.
Il metodo
Avendo quindi davanti questo grande schedario, riesco ad aprire velocemente i miei cassetti per tirare fuori le informazioni necessarie in caso di progettazione. Seduti a un tavolo di lavoro, io e gli altri componenti del team comunicazione facciamo un brainstorming con le parole chiave e proviamo a disegnare una nuova rassegna di libri, uno schema per consigli di lettura, un modello da cui partire per nuove idee di didattica laboratoriale. A questo punto io, nel mio schema mentale, osservo lo schedario e seleziono i cassettini di cui ho bisogno, riuscendo a individuare le aree tematiche nelle quali andare a fare ricerca. Infine, mi segno le macro aree nelle quali lavorare per evolvere, colorare, approfondire il progetto e finalizzarne la realizzazione.
Conclusioni
Tutto questo ci porta a due considerazioni finali.
La prima: una persona organizzata, indicativamente tende a tenere in ordine anche il suo bagaglio culturale e di conoscenza.
La seconda: ho sempre sognato (e mai avuto) uno schedario vintage anni ’50, di quelli in abete con la maniglietta retrò e lo spazio per l’etichetta. Quindi ne ho inserito uno nella mia testa.
Una risposta
[…] Ti è piaciuto l'articolo? Leggi anche "La biblioteca nella mia testa"! Share […]