Cambiamento climatico: un grado e mezzo
di Elettra
Questa settimana parliamo di un argomento che spesso non riceve la dovuta attenzione: il cambiamento climatico. E lo facciamo presentandovi un Festival decisamente interessante che avrà luogo a Torino e dintorni il weekend del 25 e 26 giugno.
Il Festival
Un Grado e Mezzo nasce dall’esigenza di parlare di cambiamento climatico sotto diversi punti di vista, includendo sia gli aspetti legati alle trasformazioni cui stiamo già assistendo negli ambienti fisici e negli ecosistemi, sia agli impatti che esse determinano sulla nostra società, sul modo in cui viviamo e vivremo, sulle nostre attività, sul nostro stare bene o meno nei luoghi dove abitiamo o andiamo in vacanza. Le angolature attraverso cui si analizza la crisi climatica sono tante: si parla del grande Fiume e della crisi idrica, nel 2022 particolarmente sentita, degli eventi estremi e di come ci condizionano, dei ghiacciai, dei suoli, delle foreste e degli incendi, dell’alimentazione, del ruolo essenziale delle città – sia come aree vulnerabili al riscaldamento globale sia come laboratori di studio per mettere in pratica azioni di mitigazione e adattamento. Si parla anche di soluzioni e di contrasto alla crisi climatica per capire insieme cosa si sta facendo, ma soprattutto si deve ancora fare, per affrontare nel modo giusto questa sfida epocale. Tante angolature, dunque, e allo stesso tempo un solo grado e mezzo – il titolo dato a questo Festival sul clima e l’ambiente che vede nel 2022 la sua edizione zero, per ricordare l’obiettivo essenziale di mantenere l’aumento della temperatura media globale a fine secolo entro 1,5°C rispetto ai valori preindustriali, per garantirci un futuro meno incerto sul nostro pianeta.
Sarà un bel viaggio e vi aspettiamo per farlo insieme, anche attraverso alcune letture a tema.
LA PARTECIPAZIONE A TUTTI GLI EVENTI È GRATUITA. L’INGRESSO È CONSENTITO FINO A ESAURIMENTO POSTI.
Programma: Settimane della Scienza
Bill Gates ha passato gli ultimi dieci anni a studiare le cause e gli effetti del cambiamento climatico. Avvalendosi della consulenza di fisici, chimici, biologi, ingegneri, esperti di science politiche e finanza, ha individuato i passi necessari per evitare un disastro ambientale sul nostro pianeta. In questo libro, Gates non solo spiega perché dobbiamo mirare ad azzerare le emissioni di gas serra, ma presenta anche le soluzioni per raggiungere questo obiettivo vitale, offrendo una visione chiara delle sfide che ci attendono. Forte della sua esperienza di innovatore capace di imporre idee rivoluzionarie, Gates ci introduce alle tecnologie che già oggi aiutano a ridurre le emissioni, mostra dove e in che modo possono diventare più efficienti, indica in quali settori sono necessari progressi immediati, racconta le storie di chi sta lavorando alle prossime, essenziali, scoperte. L’autore presenta un programma concreto per arrivare alle emissioni zero, suggerendo non soltanto le politiche che dovrebbero adottare le amministrazioni, ma anche quello che possiamo fare come cittadini per responsabilizzare su questa missione cruciale i governi, le imprese, e noi stessi. Bill Gates lo dice apertamente: azzerare le emissioni non sarà semplice, ma seguendo le proposte di questo libro finalmente è un obiettivo alla nostra portata. In un saggio documentato e autorevole, Bill Gates presenta un programma preciso e realizzabile per azzerare le emissioni di gas serra in tempo per evitare un disastro climatico.
“È vero che la Terra si sta scaldando sempre di più?”; “Alcuni scienziati dicono che non è colpa dell’uomo! Chi ha ragione?”; “È troppo tardi per invertire la rotta o siamo in tempo?”.
A rispondere ci pensano Federico Grazzini e Sergio Rossi, accompagnandoci passo passo alla scoperta di tutto ciò che bisogna sapere sul passato, sul presente e sul futuro del pianeta che ci ospita. Ci insegnano a capire come funziona l’atmosfera, quali conseguenze ha il riscaldamento globale e come possiamo agire nella quotidianità: se scegliere di prenderci cura dell’ambiente, oppure continuare a subire piogge torrenziali, caldo tropicale e maree sempre più alte. Perché, ci spiegano, queste non sono ipotesi da racconto di fantascienza, ma eventi che stanno già accadendo, e non da ieri. È il momento di affrontare l’argomento e metterci d’impegno: perché se è vero che “non esiste un pianeta B”, è compito di tutti noi prenderci cura di quello in cui abitiamo adesso.
L’Okjökull, un ghiacciaio che da tempi immemorabili si ergeva su quasi venti chilometri quadrati di suolo islandese, oggi è una misera striscia di ghiaccio inerte, e nei prossimi duecento anni potrebbero essere dichiarati morti anche tutti gli altri ghiacciai dell’isola. Ma prima di allora, sulla terra intera, i nostri figli e nipoti vivranno già in un ambiente molto diverso da quello di innumerevoli generazioni del passato: l’aumento delle temperature e del livello dei mari e lo stravolgimento chimico delle loro acque provocati dalle attività umane avranno distrutto ecosistemi millenari, potenziato uragani e inondazioni, eroso terre abitabili e coltivabili e costretto a migrazioni di massa le specie viventi, compresa la nostra. E allora perché restiamo immobili, o quasi? Forse perché quei cento o duecento anni non li sentiamo così vicini, e perché gli appelli allarmati degli scienziati sul «riscaldamento globale» o sulla «acidificazione degli oceani» non riescono a toccarci cognitivamente ed emotivamente: resteranno rumore bianco finché il passato collettivo, i miti, la fantasia non consegneranno loro un’anima, consentendoci di interiorizzarne un’immagine e un significato. È questo il compito che si è dato Andri Snær Magnason, un narratore che alla scienza e all’attivismo ambientale ha dedicato la vita. Intrecciando storie di famiglia, conversazioni future tra figlie e pronipoti, interviste al Dalai-Lama, incursioni nella poesia scaldica e in quella romantica, scoperte di nessi inaspettati, come quello tra Auðhumla e Kamadhenu, mucche ancestrali di mitologie tra loro lontane, “Il tempo e l’acqua” «racconta» i dati scientifici, li immerge nel patrimonio culturale comune per investirli di senso, e aiutarci a fare un piccolo passo più in là.
Da tempo Jonathan Franzen contempla la possibilità che l’apocalisse climatica avvenga nel corso della sua vita. Segue le vicende del cambiamento climatico da almeno trent’anni, e ne ha anche scritto. A suo avviso l’interesse del movimento ambientalista per tale cambiamento aveva senso negli anni Novanta, quando sembrava ancora possibile impedirlo. Dal 2015, tuttavia, è chiaro che l’azione collettiva ha fallito. Da appassionato ambientalista, Franzen è frustrato dal fatto che il cambiamento climatico, in modo futile, monopolizzi il discorso pubblico. Qual è il senso di questo saggio? Parlare con il cuore e provare a rispondere ad alcune delle domande che gli erano state rivolte sugli articoli e sui saggi precedenti, ad esempio: Non è politicamente controproducente togliere speranza alle persone? Vista la gravità della situazione, il problema della speranza è decisivo e un’autentica speranza necessita di sincerità e amore. Di sincerità perché la speranza è un investimento come qualunque altro, che è meglio compiere con gli occhi bene aperti. E di amore perché, senza amore, non c’è nessuna speranza che valga la pena di coltivare.
La montagna è un ambiente naturale incredibilmente variegato. Comprende le vette più alte della Terra, ghiacciai perenni, pareti verticali, luoghi di una bellezza selvaggia, grandiosa e terribile. Messner, il più grande alpinista vivente, conosce bene questo tipo di montagna. E conosce altrettanto bene l’ambiente alpino abitato e organizzato dall’uomo da tempo immemore, fatto di boschi, campi, paesi, comunità montane che sempre più, in ogni parte del mondo, trovano nel turismo una risorsa preziosa, ormai indispensabile. Ma il turismo di massa degli ultimi decenni rischia ormai di distruggere le montagne invece di valorizzarle: che si tratti di Alpi, Himalaya o Alti Tatra, tutte le regioni montane si sono trasformate in altrettanti parchi avventura, vie attrezzate e comprensori sciistici innevati anche artificialmente, dove biker, scalatori e sciatori si aspettano un divertimento assicurato, senza imprevisti, perfettamente organizzato, soccorso alpino onnipresente incluso.
Ma il risultato è quello di prosciugare in modo irrimediabile le risorse naturali e di snaturare gli ultimi luoghi selvaggi del pianeta. Perché mai dovremmo importare in montagna l’organizzazione, la velocità, il rumore, la frenesia del mondo cittadino, da cui in realtà aspiriamo a distaccarci temporaneamente? E che senso ha cercare di cancellare a tutti i costi i pericoli da attività che, come l’alpinismo, per loro natura mettono l’uomo di fronte al rischio? Non c’è bisogno di salire l’Everest, magari in fila indiana, per vivere la montagna. È importante che ognuno faccia le esperienze adatte alle proprie capacità e nel pieno rispetto dell’ambiente: solo così la montagna potrà continuare a essere un bene di tutti, un bene prezioso, capace di rigenerare lo spirito dell’uomo.
Per anni, le élite politiche e finanziarie hanno nascosto la verità. Senza una drastica riduzione delle emissioni di CO2, entro il 2100 fino al 75% degli abitanti del pianeta potrebbe essere annientata da ondate di calore. Cambiare non è solo auspicabile, spiega Fred Vargas, ma necessario. Dobbiamo modificare la nostra dieta per incidere sempre meno sul cambiamento climatico; ridurre drasticamente la produzione di rifiuti e passare all’energia pulita. Lavorando insieme, riflettendo e immaginando soluzioni, l’umanità può ancora cambiare rotta e salvare sé stessa e il pianeta.
Ultimo consiglio (ma non in ordine di importanza) è Il giardiniere coscienzioso. Si tratta di uno strumento indispensabile per i giardinieri (ma anche per chi giardiniere non è) che hanno davvero a cuore la natura, perché aiuta a scegliere le piante migliori per l’impollinazione o decidere sull’opportunità di mettere a dimora piante autoctone o meno per dare una mano agli invertebrati che vivono nei giardini. Questo piccolo manuale (tranquilli, neanche questo è noioso!) spiega tante piccole abitudini sul comportamento e sull’alimentazione di pettirossi, ricci, farfalle, coleotteri, lumache, lucertole… scoprirete così che il giardino è un universo prezioso e pullulante di vita.
Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è ben consapevole che se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l’umanità andrà incontro al rischio dell’estinzione di massa. Lo sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l’emergenza ambientale non è una storia facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina, non coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita. Per questo rimaniamo indifferenti, o paralizzati: la stessa reazione che suscitò Jan Karski, il «testimone inascoltato», quando cercò di svelare l’orrore dell’Olocausto e non fu creduto. In tempo di guerra, veniva chiesto ai cittadini di contribuire allo sforzo bellico: ma qual è il confine tra rinuncia e sacrificio, quando in gioco c’è la nostra sopravvivenza, o la sopravvivenza dei nostri figli? E quali sono le rinunce necessarie, adesso, per salvare un mondo ormai trasformato in una immensa fattoria a cielo aperto?
Nel suo nuovo libro, Jonathan Safran Foer mette in campo tutte le sue risorse di scrittore per raccontare, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica che è anche «crisi della nostra capacità di credere», mescolando in modo originalissimo storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici rigorosi e suggestioni futuristiche. Un libro unico, che parte dalla volontà di «convincere degli sconosciuti a fare qualcosa» e termina con un messaggio rivolto ai figli, ai quali ciascun genitore – non solo a parole, ma con le proprie scelte – spera di riuscire a insegnare «la differenza tra correre verso la morte, correre per sfuggire alla morte e correre verso la vita».
Una mappatura precisa ed efficace di “eco-comportamenti” per tutta la famiglia, con dati e numeri scientificamente provati per capire la portata di ogni nostro piccolo gesto, perché la rivoluzione ha inizio anche nelle nostre case! Passiamo gran parte della giornata al chiuso, soprattutto in casa. Migliorare le nostre abitudini per ridurre l’impatto ambientale anche negli spazi domestici può quindi fare la differenza! Per le famiglie, o il singolo, adottare buone pratiche e comportamenti eco-sostenibili è un’impresa possibile, basta sapere come e dove all’interno dell’abitazione trasformare i piccoli gesti quotidiani in grandi miglioramenti. Questo libro conduce il lettore stanza dopo stanza alla scoperta di tutte le azioni da compiere in casa per salvare il Pianeta.
Perché le api sono in pericolo? Grazie a innovative tecniche di ripresa e dopo cinque anni di lavoro, immagini uniche ci mostrano la vita e l’intelligenza delle api in ogni parte del mondo e cercano di spiegarci cosa sta minacciano la loro sopravvivenza. Un appassionante viaggio nel microcosmo delle api.