Le conquiste delle Donne
di Caterina e Margherita
8 marzo: è una festa?
Tutti sappiamo, o almeno così dovrebbe essere, quanto le donne abbiano combattuto per essere alla pari degli uomini. Abbiamo visto film, libri, documentari e serie tv dove almeno una donna doveva combattere per poter avere gli stessi diritti del sesso opposto.
L’8 marzo festeggiamo le donne ma è bene ricordare come questa NON sia una festa. Si tratta infatti della giornata internazionale dei diritti delle donne. La motivazione dell’esistenza di questa giornata non è la festa ma la riflessione.
Per questo noi vogliamo raccontare quello che le donne hanno conquistato nel tempo, come una guerra per prendere terreno. In un mondo costruito da uomini che venivano e vengono posti come il punto più alto di una scala gerarchica.
Perché sono le donne le protagoniste della loro storia e noi ve la vogliamo raccontare.
Diritto all’aborto
La fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta hanno decretato una delle battaglie più dure nella storia dei diritti delle donne. In uno stato prettamente cattolico e di matrice conservatrice, dal 1961 in Italia iniziò a farsi strada la questione dell’aborto. Sebbene Francia e Stati Uniti facessero passi avanti nella lotta, solo in questi anni sul territorio italiano il fuoco iniziava veramente ad accendersi.
In prima battuta fu subito la Chiesa a schierarsi con l’enciclica Humanae Vitae, dove papa Paolo VI invitava a non “diminuire il numero dei commensali al banchetto della vita”. Ma nonostante ciò il panorama generale continuava a essere disastroso: erano sempre di più gli aborti clandestini, in segreto e spesso dolorosi all’inverosimile, in condizioni igieniche non ottimali. Per questo l’opinione pubblica (il 63% degli italiani) premeva perché il governo si occupasse della questione al più presto.
La legge
Dopo varie bozze di legge e testi presentati, finalmente nel 1978 venne approvata da Camera e Senato la legge 1944 intitolata ‘Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza’. Questa legge è quella che tutt’ora regola l’aborto nel nostro paese. Per spiegarlo in modo sintetico, è consentito alla donna di interrompere la gravidanza in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione (quindi entro il terzo mese), mentre è possibile far ricorso all’aborto dopo (nel quarto e nel quinto mese) solo per motivi terapeutici.
Sebbene la legge assicuri che l’interruzione di gravidanza sia garantita da tutti gli ospedali pubblici, attualmente gli obiettori di coscienza tra i medici si aggirano intorno al 70%. Cercare di abortire in Italia è diventato sempre più complicato per non parlare dello stigma di giudizio sociale che una donna deve portare addosso tutta la vita.
Per questo siamo qui per continuare a lottare.
Il nostro consiglio di lettura
Il modo in cui ci viene meglio è consigliando libri e film su ogni tematica. In questo caso il nostro consiglio è L’Amica Geniale. Libro (poi trasformato in serie tv) che presenta perfettamente il clima di battaglia presente in Italia negli anni Settanta.
Battaglia contro la violenza sessuale
Oggigiorno il bilancio delle morti femminili è scandaloso. Ogni 3 giorni muore una donna e molto spesso chi ha posto fine alla sua vita è un uomo che poco tempo prima le stava affianco. Come mai la situazione nel 2022 è rimasta uguale al passato?
Le leggi a tutela della donna in ambito di violenza sono molte, a partire dalla prima ottenuta nel 1996 per cui “si afferma il principio per cui lo stupro è un crimine contro la persona, che viene coartata nella sua libertà sessuale, e non contro la morale pubblica”. Andando avanti, nel 2009 la legge italiana ha introdotto il reato di stalking all’interno del nostro ordinamento giuridico: prima di quel momento, non esisteva una norma che condannasse gli atti persecutori commessi nei confronti di una persona.
Per arrivare poi al 2019 in cui entra in vigore il “Codice rosso”, composto da 21 articoli i quali individuano un catalogo di reati rappresentanti la violenza domestica e di genere.
Ma come abbiamo visto inizialmente, il problema non è per nulla risolto. Parte tutto da piccoli gesti e azioni quotidiane che mostrano quanto possa essere pericoloso per una ragazza anche solo camminare per strada.
Il nostro consiglio di lettura
Una donna che ha saputo in assoluto rappresentare la battaglia contro la violenza sessuale è Margaret Atwood attraverso il suo romanzo Il Racconto dell’Ancella dal quale è tratta l’omonima serie televisiva. un racconto distopico che ci porta in una dimensione dove ogni coppia altolocata possiede un’ancella, ovvero colei che ha il compito di badare alla casa e di mettere al mondo un figlio che però non potrà crescere. È la rabbia delle protagoniste di questa storia che dev’essere d’ispirazione per guadagnare ancora a pieno tutti i diritti che le donne meritano.
Diritto al lavoro
«L’eccellenza o l’inferiorità delle persone non risiede nei loro corpi o dipende dal loro sesso, ma dalla perfezione dei loro costumi e delle loro virtù» così scriveva Christine de Pizan nella sua opera La città delle dame. Testo che vi vogliamo consigliare come una delle colonne portanti per il cambiamento femminile. Nel 1405 contribuì a formare un pensiero rivoluzionario per le donne, un miglioramento per la loro prospettiva di vita.
Le donne nella storia
Fin dall’antichità la donna è stata costretta a dover lottare tutti i giorni contro un’idea di inferiorità che le era stata attribuita. Ancora più contorto ed esclusivo era l’ambito del lavoro, dove i diritti sono arrivati attraverso secoli di battaglie.
Le donne con un’ottima condizione sociale nel Cinquecento potevano dedicarsi a favorire lo studio, le arti, e le lettere. Una donna senza marito era mal vista dalla società (le giovani donne, se sposate presto, potevano concepire molti figli) e una donna non sposata veniva mandata in convento, senza possibilità di scelta.
Nel Seicento le donne potevano diventare bambinaie, lavandaie e operaie tessili oppure dedicarsi alla famiglia.
Dal Settecento il ruolo della donna nella società inizia a cambiare. Durante la Rivoluzione francese per la prima volta le donne si organizzarono dando vita a club femminili e rivendicando quella universalità dei diritti. Un classico del femminismo dove si rivendica il diritto delle donne per l’eguaglianza politica e giuridica è la Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine di Olympe de Gouges nel 1792.
Le donne oggi
Ancora oggi nel 2022 una donna viene messa davanti a pregiudizi o domande per nulla pertinenti alla condizione lavorativa: “Ma lei vuole avere figli?” oppure “Qual è la sua situazione sentimentale attuale?”
Alla donna compete una retribuzione uguale a quella dell’uomo al pari di attività lavorativa. Ma quanto è veritiera questa condizione? Secondo ricerche e statistiche, nel 2022 le donne continuano a guadagnare ben il 20% in meno degli uomini.
(Vi lasciamo anche il link all’articolo Teatro: femminile, plurale in cui si parla del ruolo femminile nel mondo dello spettacolo)
Le lotte non si fermano e le battaglie devono essere portate avanti. Ciò che hanno fatto le nostre antenate non dev’essere dimenticato. Noi attraverso i libri vogliamo metterci in prima linea per urlare quanto lavoro c’è ancora da fare.