Cinque domande con Fabio Geda
Oggi intervistiamo lo scrittore Fabio Geda.
Nato a Torino nel 1972, dopo una laurea in Scienze della Comunicazione ha lavorato per un decennio come educatore dei servizi sociali, esperienza che ha poi riversato nella sua produzione letteraria. Molto prima che diventasse un autore amato e conosciuto in Italia e all’estero però, abbiamo avuto modo di conoscerlo quando era un volontario del Servizio Civile presso l’Oratorio “San Francesco” di Venaria Reale.
È indubbiamente cambiata molto la sua vita da quel momento, e oggi siamo qui per conoscere meglio il grande autore di libri per ragazzi di cui tutti parlano.
Se da bambino le avessero detto che un giorno avrebbe scritto un libro, cosa avrebbe risposto?
Sarei saltato in piedi dalla gioia e fossi stato già in piedi, non so, forse avrei improvvisato un balletto. Ho sempre amato le storie, qualsiasi forma possano prendere: musica, cinema, letteratura, fumetto, fotografia, teatro e via dicendo. E riuscire a lavorare nel campo delle storie era un sogno che è diventato realtà.
Cosa pensa riguardo alla delicata condizione in cui ritroviamo oggi i luoghi destinati alla cultura, come musei, teatri e biblioteche, a seguito dell’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e in parte stiamo ancora vivendo?
Che come avete detto: la situazione è delicata. Da un lato c’è da prendere atto dell’emergenza sanitaria e agire per contenere la diffusione del virus, dall’altro c’è un settore fondamentale tanto per l’economia quanto per il benessere psicofisico delle persone: quello della cultura. Come sapete, come avrete letto, il mercato editoriale ha tenuto botta, per adesso, e quindi evviva. Il cinema è sostenuto dalle piattaforme streaming, ma in grande sofferenza sono i gestori delle sale cinematografiche. Il teatro, non parliamone. E la musica, che ormai vive di live, pure. Per loro è un disastro. Insomma, ci sarà molto da ricostruire e sarà responsabilità di tutti: delle Istituzioni, ovviamente, ma anche dei singoli cittadini, che appena potranno saranno chiamati a ripopolare mostre e concerti e sale cinematografiche. Le biblioteche, be’, lascio a voi parlarne. Intanto vi mando un abbraccio forte.
I libri sono uno dei principali strumenti di diffusione della cultura: quanto ritiene che sia importante il mestiere dello scrittore in questo senso?
È un mestiere fondamentale per la costruzione del pensiero e dell’immaginario, e per la diffusione della lingua. Leggere bene vuol dire pensare meglio e parlare meglio. E io credo voglia anche dire essere dei cittadini più consapevoli, quindi possiamo dire che avere dei buoni scrittori è, per una nazione, un segno di forza della democrazia. Se poi vogliamo dire quanto questo conti nel campo della letteratura per l’infanzia e nell’editoria rivolta ai giovani lettori, be’, ça va sans dire, è importantissimo. Leggere da bambini — leggere qualsiasi cosa, ma anche e soprattutto leggere parole e frasi costruite con cura, che siano chiavi per aprire le porte della meraviglia — ecco, può davvero cambiare il futuro di una persona.
Se dovesse consigliare ai nostri lettori un libro che non dovrebbe mancare nel percorso di vita di ognuno, quale sarebbe?
Uno solo? Mannaggia, è difficile. E poi, sapete, io non credo che esistano libri che vadano bene per tutti. Cioè, intendiamoci: se si tratta di libri che tutti dovrebbero provare a leggere, allora sì. Una questione privata di Fenoglio, Stoner di Williams, Il mio nome è Asher Lev di Potok, sono libri che chiunque dovrebbe provare a leggere. Ma non bisogna poi aspettarsi che abbiano lo stesso effetto su tutti. A uno possono anche non piacere, o non dire niente, e poi farsi ribaltare da qualche altro testo
Se guarda al suo futuro non troppo lontano, vede qualche nuovo romanzo/opera in cantiere?
Non troppo lontano? Ad esempio nel 2021? Be’ nel 2021 uscirà un romanzo per ragazzi con Mondadori, a giugno credo. Di questo non vi dico molto altro, scoprirete. Mentre in autunno, sempre per ragazzi e sempre con Mondadori, i primi due volumi di una nuova serie della premiata ditta Geda e Magnone. Berlin è finito (anche se forse non per sempre) e ci mancava lavorare insieme e avevamo un’altra ideuzza, una serie dalle venature gialle e misteriose, ambientata attorno a un lago nel Nord Italia. Si chiamerà: I segreti di Acquamorta.
Intervista molto interessante! In particolare, ho preso in prestito dalla biblioteca Stoner di Williams seguendo il consiglio di Geda ed è davvero un bel libro!
Ciao Fabio Geda…ho letto l’intera intervista e nel parlare sei molto profondo…so che verrai a farci visita a scuola, perciò spesso mi documento sulla tua vita…non sono stolker però ancora aspettare che tu venga nella mia scuola è una noia mortale…ho letto il tuo libro: l’estate alla fine del secolo e mi è piaciuto…certo non è stato tra i migliori che io abbia mai letto nella mia vita ma era carino 😊…ti saluto e a scuola ti aspettiamo…