Dall’abaco al computer
di Andrea

Sapevate che i computer che oggi ci circondano nascono in primo luogo dalla necessità di eseguire calcoli complessi?
Ecco allora che il più antico dei parenti dei computer moderni è un oggetto che usiamo ancora oggi per imparare a eseguire i nostri primi calcoli: stiamo parlando dell’abaco. Dalla Cina ai romani fino ai nostri giorni, pochi utensili sono sopravvissuti al tempo come lui.
Un passo indietro
Facciamo un salto nella storia, fino al XVII secolo, in cui diversi filosofi e matematici, idearono e costruirono ciascuno la propria versione di calcolatore meccanico; tra questi ricordiamo Gottfried Wilhelm von Leibniz e Blaise Pascal. Per approfondire questa parte di storia del computer potete leggere Il calcolatore universale: da Leibniz a Turing di Martin Davis.

Si passa poi alle schede perforate di Charles Babbage che fu tra i primi a realizzare esempi di macchine calcolatrici programmabili che funzionavano anche grazie all’energia prodotta dal vapore. Alla realizzazione del calcolatore di Babbage ha dato un contributo fondamentale Ada Byron Lovelace. La studiosa di matematica infatti, fu la prima programmatrice della storia e la prima a creare un algoritmo ideato apposta per una macchina, nella fattispecie per la macchina di Babbage. Da matematica a eroina il passo è breve: potete leggere della vita di Ada Lovelace nel libro per ragazzi Ada Lovelace & la macchina del futuro di Corinne Purtill.
Le macchine moderne
Più si avanza nella storia più l’innovazione accelera: infatti se fino ad ora abbiamo coperto interi millenni di storia, ci apprestiamo ad entrare nell’epoca in cui le macchine moderne prendono forma nel giro di mezzo secolo. È infatti tra il 1936 e il 1975 che vengono raggiunti importantissimi obiettivi che portano all’ideazione dei computer che usiamo tutti i giorni.

Come non citare poi uno dei calcolatori più iconici della storia, la macchina enigma, brevettata dal tedesco Arthur Scherbius: il suo utilizzo e la sua decrittazione cambiarono il corso della storia. E rimanendo nel merito, passiamo a uno dei precursori dello studio della logica dei computer, Alan Mathison Turing, la cui influenza si fa ancora sentire nel nostro secolo.
Di Turing e della macchina Enigma abbiamo molte testimonianze e ricostruzioni, se vi intriga la loro storia potete guardare il film The imitation game di Morten Tyldum o leggere il libro da cui è tratto, Alan Turing: storia di un enigma di Andrew Hodges.
Il primo calcolatore
Nel 1944 ad Harvard viene realizzato il primo calcolatore aritmetico universale da Howard H. Aiken in collaborazione con l’azienda informatica IBM. La macchina, pesante quattro tonnellate e mezzo, lunga sedici metri e alta due metri e mezzo, si chiamava Mark 1 e poteva eseguire qualsiasi tipo di calcolo aritmetico senza bisogno di alcun intervento umano, grazie al lavoro di programmazione a cui contribuì l’ammiraglio Grace Hopper. I programmi servirono alla decrittazione delle comunicazioni dell’Asse durante la seconda guerra mondiale, come si legge nel libro Storie e vite di super donne che hanno fatto la scienza di Gabriella Greison e nel breve documentario in lingua inglese The queen of code.

L’invenzione del microprocessore dà un altro impulso all’evoluzione dei computer: era prodotto in massa con gli stessi componenti e poteva essere programmato per eseguire qualsiasi compito. Ne sapeva qualcosa Mary Kenneth Keller, pioniera dell’informatica, visionaria, ricercatrice e docente, il cui ruolo fu centrale nella scrittura del BASIC, un fondamentale linguaggio di programmazione accessibile anche a principianti.
Successivamente nel 1975 Bill Gates e Paul Allen fondano la Microsoft mentre l’anno seguente è il turno di Apple, che fa uscire l’Apple I, progettato da Steve Jobs e Steve Wozniac. Una porzione di questa storia è raccontata nel film I pirati di Silicon Valley di Martyn Burke.
E così, dall’abaco al mostro di IBM passano circa tremila anni, ma solo una trentina tra il Mark I e l’Apple I, a dimostrazione di un fatto evidente, ovvero che l’innovazione è sempre più veloce e possiamo solo aspettarci che acceleri ancora.