Questa Storia itinerante

Amato o odiato, ad Alessandro Baricco bisogna riconoscere la capacità di trasportare il lettore direttamente dentro la storia; gli bastano poche parole e ci si ritrova immersi in paesaggi e sensazioni che quasi si possono toccare.
In Questa storia, Baricco ci trasporta dalla campagna del Nord Italia, a New York, alle rive del Tagliamento e oltre, in un percorso che viaggia dal all’inizio del Novecento fino agli anni Sessanta.

“Nei giardini del re, a pascolare nella notte, provvisoriamente miti,
sotto le carcasse di ferro, intorno al cuore di pistoni,
li aspettavano 224 AUTOMOBILI,
ferme sull’erba, in un vago odore di olio e di gloria”
Versailles, Corsa Parigi-Madrid 1903
Il libro si apre su una tiepida notte di maggio nella Parigi del 1903, ma non vi aspettate una scena romantica: siamo alla partenza di una corsa automobilistica.
La Parigi-Madrid del 1903 aveva due facce: da una parte l’irrefrenabile slancio alla velocità, dall’altra la volontà dei costruttori a diffondere il vangelo dell’automobile, mezzo nato da poco e ancora riservato ad una ristretta élite. Le qualifiche per le gare erano legate al peso: le macchine più pesanti e potenti venivano spogliate di qualsiasi comfort per potersi qualificare, con pilota e meccanico seduti su tavole di legno prive persino di un cuscino.
La gara cominciò alle 3:45 dell’ultima domenica di maggio da i Giardini di Versailles. Da lì, i piloti avrebbero dovuto raggiungere Bordeaux, Vitoria, ed infine percorrere altri 420 km fino a Madrid. 10.000 persone erano a Versailles per assistere alla partenza. Con quindici minuti di ritardo, la prima automobile partì verso la prima tappa, lasciandosi alle spalle altri 223 veicoli in attesa di essere sguinzagliati all’inseguimento ad intervalli di un minuto. Ci vollero tre ore perché tutte le vetture lasciassero la linea di partenza.
Versailles, d’altronde, non è solo la reggia. Se fate un salto al quartiere Saint-Louis, che si è sviluppato nei dintorni del Potager du Roi, troverete un luogo magnifico creato dal giardiniere di corte. Potete addirittura acquistare un prodotto di bellezza Mademoiselle Saint-Germain presso la boutique ufficiale del Potager. Questo storico marchio cosmetico si ispira ai trattamenti di una volta e utilizza soltanto prodotti coltivati in loco, come la crema a base di cetriolo di Bonneuil, le cui proprietà idratanti erano molto apprezzate da Maria Antonietta.

“La cunetta di Passebene era un inspiegabile dosso in mezzo alla pianura.
Nessuno sapeva bene cosa ci fosse, là sotto, ma, di fatto,
la campagna, che per chilometri correva piana un biliardo,
lì dava una spallata in alto, per poi tornare al suo mutismo”
Fiume, pianura senza colline
Dal libro non sappiamo dove visse la sua infanzia Ultimo Parri, ma da alcuni dettagli possiamo immaginare di trovarci in qualche luogo sperduto nella Pianura Padana.
La zona a nord di Cremona è un territorio interamente pianeggiante costellato da comuni di piccole e medie dimensioni a vocazione prevalentemente agricola che ben si presta a fare da sfondo alla storia. Molti paesi affondano le proprie radici già in epoca romana e vedono il proprio sviluppo attorno all’asse della Via Regina, una strada romana che collegava il porto fluviale di Cremona con Chiavenna, passando per Milano.
A pochi chilometri da Cremona, ci si può immergere nella natura e lasciarsi andare ai suoi ritmi lenti, privilegiando itinerari in bicicletta alla scoperta di cascine e mulini, o passeggiate all’interno delle riserve naturali. Un’occasione unica per scoprire il Parco Regionale Adda Sud e il Parco Oglio Nord, lasciandosi ammaliare dalla flora e dalla fauna, percorrendo i sentieri paralleli ai fiumi e scoprendo i piccoli paesi che si incrociano lungo il percorso.
L’Ente Parco Oglio Nord gestiste l’area protetta istituita proprio lungo il fiume e che comprende ben 34 comuni fra le province di Bergamo, Brescia e Cremona verso sud. Nella Casa del Parco Oglio Nord, nei pressi di Torre Pallavicina, si trova il corpo di Vigilanza Ecologica, proprio all’interno di un antico mulino molto caratteristico. Qui, vicino al passaggio del fiume, vi è anche un Centro Didattico Ambientale, oltre che un ristorante ed un ostello per la ricezione turistica.

“Portato dai suoi passi involontari aveva preso a girare
intorno a un isolato, perché una forma di inerzia prudente,
forse generata dalla nebbia, l’aveva inclinato a rifiutare,
a un certo punto, l’attraversamento della strada […]
gli venne da pensare che se avessero proseguito così per ore,
alla fine sarebbero scomparsi”
Torino, Quadrilatero
Che Torino sia fatta a scacchi e incroci tra linee rette è una cosa evidente a chiunque la veda, dall’alto o meno. Questo perché l’Agusta Taurinorum era originariamente una cittadella romana, sviluppata tra quattro “porte” e due vie principali: il Cardo e il Decumano.
Cuore vibrante della nightlife, ha un’anima tranquilla e affascinante anche di giorno, con negozietti, librerie indipendenti, caffè di quartiere e laboratori artigianali.
Se volete perdervi nel cuore della città come fecero Ultimo e suo padre, prima vi consigliamo una sosta a Le Fanfaron Bistrot: è un’accogliente ristorante che propone una cucina casalinga Tradizionale Piemontese, riscoprendo Antiche Ricette e rivisitando i piatti Classici. Gli ingredienti sono quelli Tipici Locali e stagionali e provengono dal Piemonte e dalla nostra provincia. L’ambiente è rilassato, informale, caldo e romantico con sottofondo di musica Jazz, con diversi arredi che richiamano le tradizionali trattorie/piole torinesi.

“C’è da domandarsi come fosse possibile anche solo
posare lo sguardo su quel tratto di apocalisse,
eppure bisogna immaginare che in quel paesaggio
milioni di uomini si risvegliarono,
per giorni e per mesi, e per anni […] fino a indurli a registrare
come la spicciola morte di un uomo, la loro morte,
fosse alla fine un incidente accessorio”
Caporetto, Udine, Ponti della Delizia sul Tagliamento
Le Valli del Natisone si trovano nella parte più orientale del Friuli Venezia Giulia e collegano Cividale del Friuli, la Forum Julii romana, alla Valle dell’Isonzo in Slovenia. Un territorio montano affascinante dove piccoli borghi si alternano a boschi incontaminati che, quasi un secolo fa, fu coinvolto nella grande tragedia della Prima Guerra Mondiale ed in particolare in uno dei suoi momenti più significativi: la Ritirata di Caporetto.
Per capire cosa sia successo, come venne combattuta la guerra e quali furono le posizioni dell’esercito italiano in questa porzione di territorio è possibile visitare il Museo all’aperto del Kolovrat “la terza linea di difesa italiana”, sull’omonimo altopiano al confine tra Italia e Slovenia.
Il punto di partenza per l’escursione è fissato sul Passo Solarie, poco prima dell’ex valico tra Italia e Slovenia. Nei pressi del rifugio è possibile vedere immediatamente il monumento dedicato al primo caduto italiano nella Grande Guerra, l’alpino Riccardo Giusto. Sulla sinistra si vede perfettamente il fianco del Monte Piatto mentre a destra si trova il Monte Klabuk, la cima dove la Fondazione “Poti miru v Posočju” di Caporetto (Sentieri di pace dell’Alto Isonzo) ha recuperato parte delle postazioni di difesa italiane. Seguendo le tracce sul terreno è possibile raggiungerlo ed ammirare da vicino questi interessanti resti perfettamente conservati e ristrutturati.
Tornati sul Passo Zagradan la visita alla terza linea di difesa italiana sul Monte Kolovrat può continuare sul vicino Monte Piatto. Camminando lungo il sentiero che segue la sua dorsale si scoprono i resti di piazzole d’artiglieria e i ruderi di alcuni edifici.

“L’ideale sarebbe stato vendere un pianoforte insieme a un pianista
che lo suonasse quando la gente lo richiedeva .
In questo modo si sarebbe uguagliata
la comodità della pianola meccanica,
salvando però il cuore della musica, e l’insostituibile apporto
del tocco umano, a cui faceva capo, verosimilmente, l’anima”
Steinway & Sons, New York
Nel 1836 Heinrich Steinweg realizzò quello strumento divenuto famoso con il nome di “pianoforte da cucina”, il suo primo pianoforte a coda realizzato nella cucina, appunto, della sua casa, dono di nozze per la sua fidanzata. Nel 1850 aveva già messo sul mercato quasi 500 strumenti nella sola Germania, ma si rese conto che il suo sogno era desideroso di solcare oceani ben più lontani, così decise di partire alla volta del Nuovo Mondo per perfezionare le sue creazioni e assecondare le sue ambizioni.
Sbarcò in America e da quel momento la sua ascesa fu inarrestabile. Decise convenientemente di cambiare il suo cognome in Steinway e pose le basi per il suo impero a New York, dove fondò nel 1853 la fabbrica di pianoforti americana Steinway & Sons. È per loro che Ultimo Parri lavora, nel capitolo della sua vita trascorso nel Nuovo Mondo.
Oggi al 111 della 57ma Strada, dove sorgeva la fabbrica di Steinway & Sons, si trova la Steinway Tower di New York. E’ un recentissimo grattacielo, terminato nel 2020, alto ben 433 metri. La posizione di questo grattacielo è veramente splendida, si trova infatti sul lato corto di Central Park a Midtown. Grazie a questa posizione dagli appartamenti di questa torre si gode di una vista stupenda su tutto il parco. La base della Steinway Tower è di soli 24 per 18 metri e questo lo rende il grattacielo più sottile al mondo. A vederlo sembra incredibile come possa stagliarsi così alto nello skyline di New York. Per evitare ondeggiamenti eccessivi in caso di forte vento, non raro a New York, un pesa da 800 tonnellate è stato posto alla sommità del grattacielo in modo da stabilizzare l’intero edificio.

“In Colombia le segnalarono un circuito su cui,
dicevano, aveva corso anche Nuvolari.
Adesso gli avevano versato sopra un lago artificiale.
Riposava a una ventina di metri sott’acqua, abitato dai pesci. […]
Non aveva diciotto curve, e, paragonato al tracciato di Ultimo,
era una cosa da ragazzi”
Guatapé, Colombia
Elizaveta ha viaggiato letteralmente fino in capo al mondo alla ricerca del circuito creato da Ultimo.
Il Bacino di Guatapé è un gigantesco lago artificiale creato con lo scopo di costruire una diga per la vicina centrale idroelettrica: nel corso degli anni, la zona si è trasformata in un’incantevole località turistica ricca di ristoranti e alberghi e rinomata per l’offerta di sport acquatici.
Guatapé è un centro abitato fondato nel 1811 da Francisco Giraldo Jimenez, mentre l’istituzione del comune è di una cinquantina di anni più tardi ed oggi fa parte del dipartimento di Antioquia.
La Piedra o il Peñon è situata al centro di un paesaggio piuttosto pianeggiante, ricamato da fiumi e laghi che si intrecciano armoniosamente, in una natura di un verde straordinario. Il materiale che compone il monolite, è un residuo di roccia granitica su un lato del quale è stata costruita, sfruttando una crepa naturale della roccia, una scala che, con un vertiginoso percorso a zig zag, perfettamente visibile anche a diversi chilometri di distanza, raggiunge la cima.

“Era uno di quei laghi che sembrano disegnati dalla mano di un chirurgo,
come medicazioni della terra.
Uno di quei laghi che nessuno sa veramente se dispensino pace o dolore”
La Svizzera
Non vi racconteremo che cosa succede sulla riva di un lago in Svizzera, quello che possiamo dirvi, però, è che la storia finisce qui.
Il Lago di Oeschinen ai piedi della Blüemlisalp, che vi si specchia a 1.578 m. s.l.m., è uno dei più grandi laghi alpini. Una cabinovia sale da Kandersteg fino alle sue vicinanze: basta infatti una camminata di mezz’ora per pascoli e abetaie per raggiungere il lago, le cui acque in estate arrivano ad una temperatura di 20 °C. I giri in barca a remi o un giro sulla pista per slittini estiva sono attività possibili.
Per 60 anni il tragitto è stato effettuato lateralmente, con vista diretta sul Doldenhorn, risalendo con la seggiovia a due posti in direzione del Lago di Oeschinen. Oggi sono invece le moderne cabine colorate a otto posti a portare in alto i passeggeri. Dalla stazione a monte si gode di una fantastica vista sulla conca della valle del Lago di Oeschinen, e dalla valle di Kandersteg al Wildstrubel e Lohner..
La ricca flora alpina con orchidee, genziane e stelle alpine, le greggi di ovini e di bestiame negli alpeggi e gli animali selvatici sui pendii attraggono gli amanti della Natura a visitare il lago che si trova all’ingresso dell’area iscritta nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. In inverno le attività preferite sono la pesca nel ghiaccio oppure la pista per slittini lunga 3,5 chilometri che dal lago scende alla stazione della cabinovia.
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Qui di seguito invece trovate una mappa dettagliata che potete salvare e utilizzare per il vostro viaggio itinerante alla ricerca dei luoghi di Questa storia: