Servizio Civile Universale 2.0
Nuovo anno significa anche nuove decisioni e responsabilità. Soprattutto in questo periodo storico, i giovani sono in preda alla confusione e allo sconforto. C’è però un’opportunità per loro che si ripresenta ogni anno ed è il Servizio Civile Universale.
Oggi ve lo vogliamo spiegare in modo semplice attraverso le parole delle dirette interessate, ovvero le civiliste della biblioteca.
Storia del Servizio Civile
Il Servizio Civile nazionale venne introdotto il 15 dicembre del 1972 con la legge n°772. Inizialmente era previsto come alternativa al servizio militare di leva in Italia e riservato esclusivamente per coloro che si fossero dichiarati obiettori di coscienza, coloro che si rifiutavano di prestare servizio.
Dopo tutta una serie di modifiche e rivisitazioni, è solo nel 2001 che venne istituito il servizio civile nazionale. Non più un’alternativa al servizio militare di leva ma una libera opportunità in grado di incentivare attività di solidarietà, di inclusione sociale, tutela del patrimonio culturale ed ambientale.
Attualmente sono all’attivo progetti di tutti i tipi che riguardano diversi settori come ambiente, assistenza, educazione e promozione culturale, protezione civile, patrimonio artistico e culturale.
Il Servizio Civile Universale è dedicato ai ragazzi tra i 18 e i 28 anni.
Per tutte le altre informazioni più specifiche potete leggere il bando a questo link: Home – Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale
Nostre piccole presentazioni
La prima civilista è Caterina, ha 21 anni e studia Scienze della Comunicazione. Nella vita si è sempre messa in gioco facendo parte di due associazioni universitarie. Ha una passione per il teatro e il cinema. È civilista presso la biblioteca da giugno 2021, ovvero da più tempo. Durante il suo percorso ha salutato diverse colleghe ma ha subito accolto a braccia aperte Margherita, la seconda ragazza.
Margherita è la seconda civilista (anche se in realtà è la quarta dato che lei è un subentro di una ex civilista). Ha iniziato il servizio civile universale ad ottobre ma lo finirà ugualmente a giugno come Caterina. Margherita ha 24 anni e arriva da Firenze, si è da poco laureata in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo e da poco tempo vive in Piemonte. Le piace tutto ciò che riguarda l’arte, la fotografia e il cinema, e in più ama fare illustrazioni grafiche.
Quali sono i passaggi concreti che hai fatto per iscriverti al bando?
Margherita: Nel 2019/2020 ho partecipato al servizio civile regionale in Toscana lavorando come supporto in un ufficio di un ambulatorio ospedaliero. Sapendo già dell’esistenza del servizio civile, e sapendo anche quanto fosse utile come esperienza lavorativa e soprattutto quanto sia un’ancora di salvezza per entrare nel mondo del lavoro, quando mi sono trasferita è stata la prima cosa che ho fatto. Cercare i bandi del servizio civile sulla piattaforma del comune di Torino.
Ho aperto il sito TorinoGiovani, sono andata su volontariato, ho cliccato sul servizio civile e da lì ho cercato il posto più vicino a me, ovviamente cercando qualcosa che rientrasse nelle mie capacità ed è così che ho trovato il bando della biblioteca civica Tancredi Milone.
Perché hai deciso di fare la civilista?
Caterina: Mi ricordo che quando fu pubblicato il bando per il Servizio Civile eravamo appena usciti da un ennesimo lockdown e il mio primo pensiero fu che dovevo avere un valido motivo per togliermi di casa. Non sapevo se la pandemia potesse ancora peggiorare e quindi la mia prima motivazione fu quella di trovare un posto dove andare a lavorare tutti i giorni.
Poi ovviamente pensai a quanto questa opportunità mi potesse dare a livello pratico, anche attraverso nozioni da aggiungere nel Curriculum. Con le lezioni a distanza dell’università gli insegnamenti erano diventati tutti prettamente teorici e avevo voglia di imparare perché mi sentivo molto ferma. Non stavo più acquisendo skills di alcun genere ed essendo io una persona molto attiva volevo mettermi in gioco.
In cosa consiste la tua giornata da civilista in biblioteca?
Margherita: La mia giornata, per entrambe in realtà, si alterna con il servizio al desk, quindi accoglienza e sistemazione libri, e un’altra metà del nostro tempo che passiamo in ufficio creando post o altro che siano necessari per fornire informazioni e mantenendo un’alta comunicazione e interazione con gli utenti che frequentano e no la biblioteca.
Cerchiamo di interagire con il mondo esterno creando post, video o qualsiasi forma di comunicazione sulle piattaforme social. La biblioteca possiede infatti un profilo Instagram, Facebook, Twitter e un Blog personale. Tutti questi social vengono tenuti sempre attivi con vari aggiornamenti, novità riguardanti libri, consigli e articoli della biblioteca, ma non solo, lavorare in biblioteca non è solo lavoro ma anche tanto impegno e soprattutto divertimento.
La consiglieresti come esperienza?
Caterina: Assolutamente sì. Parlo a nome di tutte quelle persone che sono nella mia situazione, ovvero che stanno studiando. Il Servizio civile è un ottimo tramite tra l’Università e il mondo del lavoro. Sto frequentando il corso di Scienze della Comunicazione e gestendo i social della biblioteca tutti i giorni, posso affiancare alle materie di studio gli insegnamenti pratici che sto acquisendo.
Purtroppo l’Università molto spesso si concentra maggiormente sulla teoria, mentre è importante anche mettere in pratica quello che si studia per arrivare più preparati un domani. Per questo credo molto nell’opportunità del Servizio Civile. Trovando il progetto giusto alle proprie abilità, è un’esperienza che può fare davvero la differenza sia a livello personale che lavorativo.
Stai imparando?
Margherita e Caterina: Moltissimo. Fin da subito non vedevo l’ora di raccontare a tutti i programmi che avevo imparato ad usare già dalle prime due settimane. Ma ciò che sto imparando di più e che mi porterò dietro maggiormente è la gestione del tempo. All’inizio trovavo molto lungo preparare contenuti o svolgere dei compiti che adesso faccio in molto meno. Prendendoci la mano si è produttivi con meno sforzi.
Un altro aspetto fondamentale che sto acquisendo è imparare a lavorare in gruppo, con una squadra in cui si condividono gli stessi obiettivi. Puoi essere bravo finché vuoi ma da solo non vai da nessuna parte, l’impegno di più persone vale molto di più.
Se vi ha incuriosito il progetto vi ricordiamo che c’è tempo per iscriversi fino al 10 febbraio.
Vi aspettiamo!