Anno nuovo, vita nuova
“Una scatola alla volta, non può essere così difficile. Una scatola alla volta”
Le pareti hanno un color verdino, un po’ spento. Sono sconosciute, come il pavimento in parquet che Carolina non sa assolutamente come pulire.
C’è una sala abbastanza grande con una cucina, la camera da letto perfetta e un piccolo bagno su misura per una persona. Insomma, un’ottima casa. Ma non è la sua.
“Una scatola alla volta” si ripete.
Primo oggetto: una padella
“Posala subito!” dice la coscienza, ma Carolina non ascolta mai niente di quello che c’è nella sua testa.
La mente inizia a fare lunghi viaggi tra quei sapori deliziosi.
Si sedeva sempre sul tavolo e aspettava. Aveva un sorriso enorme e non le importava di cosa avrebbe mangiato perché tanto l’odore era già molto promettente.
“Vedi, se tu la cipolla la cuoci in questo modo poi è tutta un’altra storia” le diceva sempre lui. E poi continuava convinto “non è questione di bravura, sta tutto nella padella giusta”.
La tiene in mano adesso, quella maledetta. Carolina pensa a cosa farsene, le può servire in fondo.
Tempo due secondi e la rimette nella scatola.
Secondo oggetto: una cartina di Praga
“Maledizione, allora proprio non ce la fai”, urla sempre la sua coscienza.
Due anni fa a quest’ora era proprio nella capitale Ceca, ad aspettare che l’orologio dorato battesse mezzogiorno. Col naso all’insù e rosso dal freddo gli aveva detto “Dopo dove andiamo? Io non ci capisco niente su quella cartina, ti avviso”.
“Non ti preoccupare, conosco un posto super carino che devi vedere. Ti ci porto io”, le aveva risposto lui.
Poche e semplici parole che adesso rimbombavano troppo forti.
“Di questa me ne devo disfare”. Carolina inizia a spezzare la cartina in mille pezzi e butta tutto quanto.
Terzo oggetto: un carillon
“Eh no, allora non ci siamo”, la vocina nella testa.
Questo le apparteneva completamente. Gliel’aveva regalato sua nonna quando era piccola. Comincia a girare la piccola manopolina e risuona in tutta la stanza Have yourself a merry little Christmas. A Carolina faceva impazzire la versione di Frank Sinatra, diceva a tutti che c’era una giusta dose di malinconia, ma quella piacevole. Non riusciva a cantarla troppo però perché voleva condividere quella melodia solo con qualcuno di speciale, esattamente come lo era sua nonna per lei. Ci riuscì solo l’anno prima. Non fa in tempo a stoppare il ricordo che il cuore le batte fortissimo.
Era tornata a casa, era buio e c’erano delle candele. Come primo pensiero si era spaventata perché i gesti romantici non erano il suo. Però quando Sinatra iniziò a cantare, capì che c’era qualcosa sotto.
Lui spuntò da dietro la porta con una bottiglia di vino e le disse “lo so che è il 23 dicembre, ma avevo pensato che questo potesse essere il nostro piccolo Natale”.
E invece adesso è il 31 dicembre dell’anno dopo. Carolina è per terra, con un carillon che vorrebbe solo schiantare contro il muro. Si trattiene dalla foga e lo riposa nella scatola.
E adesso?
Aveva fatto appena in tempo prima dell’anno nuovo a trovare una casa nuova, tutta per sé. Una casa che aveva visto in tutto due volte.
“Sì sì mi va benissimo questa”, aveva detto all’agente immobiliare senza pensarci troppo.
Aveva cambiato la sua vita troppo in fretta e in fondo non se lo meritava. Tutto per cosa? Per un “hai presente la tua collega? Siamo andati a letto insieme e io penso di amarla”, così, giusto prima di Natale.
Era avvenuto tutto talmente in fretta che lui non voleva neanche discuterne, tre anni insieme gettati al vento.
Carolina non sa come si sente. C’è un’apatia mista a tante, troppe domande.
Finisce l’anno
Driiiiiin
“Ti muovi a rispondere, sono qua sotto! Ho due bottiglie di vino, dai che stasera festeggerai il più bel Capodanno della tua vita!”. Questa sera sono in due, Carolina e la sua migliore amica Marta.
Va subito ad aprire la porta e se la ritrova davanti con un vestito pieno di paillettes. Marta fa un sorriso enorme alzando le bottiglie ma poi le posa a terra e accarezza la guancia di Carolina.
“Ci sono io per te stasera, e ci sarò sempre. E niente conta più di questo”.
Carolina accenna un sorriso e la fa entrare. Accantona con un calcio tutte le scatole. È questo il modo migliore di guarire? Autoconvincersi?
Poco le importa in questo momento, si deve andare avanti.
D’altronde anno nuovo, vita nuova.
Caterina Guarini
Il nostro consiglio di lettura
Per chi ha bisogno di ricominciare, per chi ha bisogno di ritrovarsi e per chi semplicemente vuole accogliere al meglio il 2022.
Abbiamo pensato di abbinare a questo racconto Il libro della quiete interiore di Gerd B. Achenbach.
Non c’è una risposta definitiva per trovare la pace, ma è importante riconoscere che non è una scoperta comune ma singola. Ognuno di noi deve trovare il proprio tassello mancante e attraverso questo libro sarà un po’ più semplice.
L’autore commenta e descrive testi di antichi in cui i filosofi dedicavano già molto spazio a questi temi.
Spesso ci si trova persi in un groviglio di pensieri e non si sa quale sia la strada giusta da intraprendere. Cominciare però è già un buon inizio, perché solo chi è attivo conosce la vera quiete.
Affinché ognuno possa trovare il proprio equilibrio e passare un sereno anno nuovo!