Primavera d’intorno brilla nell’aria
di Margherita
Il sole batteva sulle foglie.
Tra i rami passavano i raggi del sole e lasciavano ombre sul mio volto. Il vento soffiava e sfiorava i capelli mentre passeggiavo nel viale fiorito. La primavera si sentiva finalmente nell’aria.
Vidi una rondine che volava nel cielo aperto, cantava un dolce cinguettio che risuonava tra gli alberi. La mia anima era tranquilla, mi sentivo serena nella testa e per pochi istanti, per qualche secondo, il mondo, la natura e l’universo erano miei alleati.
È arrivata la primavera?
La Primavera è la stagione della rinascita, del nuovo. La troviamo nell’arte, nella letteratura, nella musica e nella quotidianità.
Ci lasciamo alle spalle l’inverno, il freddo e gli alberi spogli quando Lei trascina con sé le prime foglie verdi e i boccioli, rasserenando il cielo e portando il tepore che risveglia la natura.
O almeno, così dovrebbe essere.
La primavera oggi non è più la solita la stagione della rinascita: nel marzo 2020 ci siamo ritrovati chiusi in casa per debellare un virus, oggi una nuova guerra si combatte a pochi chilometri da noi, da troppi anni il riscaldamento climatico innescato dall’uomo porta conseguenze catastrofiche, come eventi meteorologici estremi e danni incalcolabili alla biodiversità.
Questo articolo però non porta brutte notizie né tantomeno vuole ricordarle.
Come si festeggia
La Primavera viene celebrata nel mondo in tanti modi diversi. Pensando all’arrivo della nuova stagione, possiamo immaginare il dipinto del Botticelli, oppure fischiettare l’opera musicale di Vivaldi, o ancora, ritrovare il risveglio della natura nella poesia di Pascoli. Inevitabili al giungere della Primavera sono il pensiero dei fiori che sbocciano, l’immagine degli alberi che si riempiono di foglie verdi, il polline bianco che ondeggia tra i viali, le rondini che volano nel cielo soffiate dal vento.
In Giappone la primavera viene annunciata da uno degli spettacoli più belli della natura: la fioritura dei fiori di ciliegio, i Sakura, veri protagonisti dell’inizio della stagione.
Questo fiore riveste un significato molto importante nella tradizione giapponese: sboccia in modo molto appariscente ma dura solo pochi giorni, simbolo della stagionalità, della caducità della bellezza e della vita. I Sakura sono la metafora centrale del buddismo zen, dove il fiore ricorda ogni anno la natura breve di tutte le cose, anche di quelle che in apparenza sembrano destinate a durare nel tempo.
E come il gesto con cui il vento di primavera rapisce i petali del ciliegio è paragonabile alla morte, uguale è la lama del samurai, delicata ed elegante, che accompagna la fine per lasciar fiorire nuova vita. Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero.
La cultura giapponese inerente alla flora naturale viene chiamata hanami, che letteralmente significa ammirare i fiori, quindi dedicare del tempo perdendosi nella maestosità della fioritura ricordandosi di vivere appieno la nostra vita.
Il nostro consiglio
Per conoscere meglio l’anima del Giappone, abbiamo pensato di consigliarvi il romanzo di Matilde Asensi Sakura. Tra le pagine del libro troviamo una pittrice italiana, un mercante d’arte, uno street artist inglese, un’infermiera francese e un energumeno tuttofare che volano in terra nipponica per risolvere un mistero legato alla sparizione di un famoso ritratto. Qui le difficoltà e le situazioni sinistre si mescoleranno al fascino dei colori e dei suoni giapponesi, la tradizione culturale si intreccerà con la pittura impressionista e l’arte urbana, i sakura accompagneranno scenograficamente il racconto portando l’attenzione dei viaggiatori sulla bellezza e fugacità della vita.
In Cina si celebra la Festa di Primavera, più comunemente nota come Capodanno lunare. In questo periodo le famiglie si riuniscono, case e strade si tingono di rosso, le persone condividono tempo e spazi per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. La celebrazione dura per ben 15 giorni e la sera del quindicesimo giorno viene organizzata la festa delle lanterne, dove le famiglie si riuniscono con lanterne accese e colorate per guidare gli spiriti benigni nelle proprie abitazioni.
I rituali tradizionali
Durante le due settimane di celebrazione, la casa viene pulita con molta accuratezza come segno di purificazione dalla sfortuna e da tutto ciò che è vecchio. Lungo le strade, artisti marziali e acrobati si esibiscono nella danza del leone indossando una grande maschera che raffigura l’animale. Dei e antenati vengono invece onorati con preghiere, candele e incensi. Il terzo e il quarto giorno, per scaramanzia, è sconsigliato visitare parenti e amici perché potrebbero accendersi spiacevoli discussioni.
Il nostro consiglio
Yu Hua racconta la Cina contemporanea nel romanzo Il settimo giorno.
Yang Fei, terminata la sua breve vita, intraprende un viaggio nell’Aldilà. Lungo il suo percorso incontrerà molte persone che hanno fatto parte della sua vita, persone care smarrite da tempo e persone di passaggio, e imparerà nuove cose di loro e di se stesso. Ascoltando storie di conoscenti e sconosciuti e attraverso un’ironica meditazione sul destino e sul senso della fine, Yang Fei capirà come la morte livelli le diseguaglianze, svelando ciò che è veramente essenziale.
Un’altra festa di primavera è l’Holi Festival. Questa particolare celebrazione si svolge in India ed è conosciuta anche come Festa dei colori.
L’Holi è un inno alla vita: celebra l’amore, il trionfo del bene sul male, il perdono, la fertilità, il passaggio dal freddo inverno allo sbocciare della primavera, l’armonia universale. Si tratta di una vera e propria festa dell’Amore – e in quanto festa, non sono di certo trascurati i divertimenti: tra danze, giochi, canti e risate, ci si lanciano polveri colorate, annullando ogni differenza etnica o sociale.
La storia
Questa ricorrenza deriva da antiche leggende della mitologia indù.
La notte prima della festa viene fatta la celebrazione di Holika Dahan, accendendo grandi roghi per scacciare gli spiriti del male con la potenza del fuoco. Da qui ne deriva il nome Holi che significa brucia. Il giorno successivo bambini, anziani e adulti si vestono di bianco e danno inizio alle danze lanciando polveri colorate: lungo le strade ogni barriera viene spazzata e, per un giorno soltanto, ricchi e poveri, uomini e donne si ritrovano a festeggiare insieme.
Il nostro consiglio
L’India è da sempre meta di racconti avventurosi, ma oggi vogliamo consigliarvi un romanzo che non parla solo di viaggi, una storia magica e profumata. Stiamo parlando de La maga delle spezie, di Chitra Banerjee Divakaruni.
Tutto ha inizio in un piccolo villaggio indiano, dove Tilo viene rapita dai pirati e condotta su un’isola stregata. Lì la giovane apprende la magia delle spezie che le permetterà di aiutare chi, come lei, si è lasciato l’India alle spalle.
Chiudiamo il nostro viaggio attraverso le festività primaverili con la Spagna, dove l’arrivo della nuova stagione viene celebrato con le Fallas.
Le strade si riempiono di carri allegorici decorati con costruzioni artistiche fatte di cartapesta e legno, raffiguranti scene di vita quotidiana o episodi di attualità.
Entrata a far parte del Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’Unesco nel 2016, quella delle Fallas è la festa più attesa della Comunità Valenciana (e più spettacolare di tutta la Spagna!), meta di migliaia di turisti e curiosi.
Le origini
Si può dire che questa celebrazione ebbe inizio quando gli abitanti delle città iniziarono a bruciare mobili e vestiti vecchi e inutilizzati; pian piano, l’usanza si trasformò in una vera e propria festa tradizionale, coinvolgendo persone, includendo sfilate, balli popolari e musica.
Così, il 15 marzo di ogni anno, i valenciani costruiscono i ninots, piccole statue con indosso vestiti vecchi e dismessi: ha così inizio la Plantà, ossia con la costruzione delle fallas, che porta con sé tradizione e divertimento fino al 19 marzo, quando con la Cremà (la distruzione delle fallas, bruciate in altissimi e suggestivi falò) si pone fine ai festeggiamenti.
Il nostro consiglio
Parlare di Valencia non è semplice quanto viverla, attraversarla, cercare la sua storia tra le piccole strade e i paesaggi che la circondano. Così il nostro consiglio non sono parole scritte bensì immagini parlate. Abbiamo pensato di proporvi la visione del film del 2019 di Pedro Almodóvar Dolor y gloria.
La pellicola racconta dei ricongiungimenti di Salvador Mallo, un regista cinematografico ormai sul viale del tramonto. Primo fra tutti i ricordi è l’infanzia negli anni ‘60, quando emigra con i suoi genitori a Paterna, nella provincia di Valencia, in cerca di fortuna. Dolor y Gloria parla della creazione artistica, della difficoltà di separarla dalla propria vita e dalle passioni che le danno significato e speranza. Nel recupero del suo passato, Salvador sente l’urgente necessità di narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua salvezza.