Libri da (zio) Oscar
di Manuela
Il primo Premio Oscar venne assegnato il 16 maggio 1929 dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, un’associazione professionale nata nel 1927 con lo scopo di sostenere e promuovere il cinema statunitense. Negli anni, l’appuntamento con gli Oscar si è trasformato in un vero e proprio evento seguito in tutto il mondo non solo dai cinefili ma da chiunque ami guardare film, al cinema o sul divano di casa.
Sono gli oltre diecimila membri dell’Academy, professionisti del mondo del cinema, ad assegnare le tanto ambite statuette. E gli esperti nelle singole categorie sono coloro che scelgono le candidature: i candidati al miglior film sono dieci, per tutte le altre categorie le nomination sono invece cinque. Ma arriviamo alla parte succosa: chi ha vinto quest’anno?
L’edizione 2022
Il premio per il miglior film lo ha vinto I segni del cuore – CODA (avevate visto il film originale del 2014, La famiglia Bélier?), ma il film ad aver vinto più premi è stato Dune, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Frank Herbert (in biblioteca abbiamo anche il graphic novel!), già trasposto in passato da David Lynch. Niente statuetta quest’anno per Sorrentino: il premio per il miglior film internazionale è andato al giapponese Drive My Car, adattamento cinematografico del racconto di Haruki Murakami.
Ma anche in passato l’influenza letteraria ha fatto la sua parte. Vorremmo quindi consigliarvi 5 romanzi dai quali sono stati tratti 5 film da Oscar.
Iniziamo con il vincitore del 1990, Balla coi lupi. La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo di Michael Blake del 1988. Il libro, ambientato durante la Guerra di Secessione americana, racconta le prime selvagge opere di colonizzazione nei territori del West.
L’ufficiale John Dunbar dell’esercito Unionista, rimasto gravemente sul campo di battaglia, viene curato e scortato in Ohio, al limite delle praterie. Quando il mulattiere che ha viaggiato con lui viene assalito e ucciso dai nativi Pawnee, Dunbarrimane in completo isolamento: sopravvive da solo, costruendosi una nuova casa e procacciandosi viveri, condividendo le sue giornate con il suo cavallo e con un lupo dalle zampe bianche. Grazie alla conoscenza dei Sioux Lakota, rivali dei Pawnee, John inizierà ad apprezzare la cultura dei nativi e troverà l’amore con la sioux Alzata con Pungo. Forti dell’aiuto dell’ex ufficiale, i guerrieri della tribù riusciranno a vendicarsi degli avversari e Dunbardiventerà membro a tutti gli effetti della comunità, con il nome Balla Coi Lupi, arrivando a ripudiare il suo passato da soldato. Ma mentre la tribù di prepara al viaggio verso l’accampamento invernale, Balla Coi Lupi è diventato un traditore agli occhi dell’Esercito Confederato, che ha intenzione di punire il trasgressore.
Tredici anni dopo, le loro case distrutte, i loro bisonti scomparsi, gli ultimi Sioux ancora liberi si sottomisero all’Autorità dei bianchi a Fort Robinson, nel Nebraska. La grande cultura del cavallo e della prateria era finita per sempre e la Frontiera Americana stava per passare alla storia.
Il secondo film di cui vi parliamo vince l’Oscar nel 1995: stiamo parlando di Forrest Gump.
Come? Non sapevate che fosse tratto da un romanzo? E invece vi stupiamo: è tratto dal libro del 1986 di Winston Groom. Notiamo però subito l’assenza, nel romanzo, delle battute più iconiche del film: non c’è traccia de “la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai cosa ti capita” e neanche di “stupido è chi lo stupido fa”. Chi legge il romanzo dopo la visione del film, inoltre, potrebbe storcere il naso per l’assenza di un’altra scena iconica: la corsa di Forrest che rompe i tutori alle gambe. Nel libro questa scena non esiste, anche perché il protagonista non è malato di poliomielite come nella pellicola. Ma nonostante le differenze, il capolavoro di Zemeckis ci ha fatto sognare e emozionare, ci ha fatto ridere, ci ha raccontato di Forrest, Jenny, Bubba ripercorrendo gli eventi storici che hanno segnato il periodo che va dall’inizio degli anni ’60 alla fine degli anni ’80.
Andiamo avanti di qualche anno, più precisamente nel 1997, quando Il paziente inglese vince l’Oscar per miglior film. La pellicola è l’adattamento cinematografico del best-seller scritto da Michael Ondaatje nel 1992.
Siamo alla fine della seconda guerra mondiale quando un uomo gravemente ferito viene condotto in un monastero diroccato in Toscana. L’infermiera Hana se ne prende cura, rinominandolo il paziente inglese: l’uomo infatti non ricorda niente del proprio passato, ma porta sempre con sé una copia delle Storie di Erodoto. Nel monastero arriva poco dopo un altro misterioso canadese che conosce il nome e la storia del misterioso paziente inglese, con cui aveva avuto dei contatti in passato. Attraverso la lettura del libro e un susseguirsi di flashback (non solo l’uomo si identifica con Erodoto, bensì desidera implementare la narrazione delle Storie con la sua esperienza), scopriamo che il paziente è in realtà il conte László de Almásy, un nobile di origine ungherese incaricato dal governo britannico di disegnare una mappa del deserto del Sahara. Durante questa missione il conte vive una storia d’amore con Katherine, un’affascinante donna sposata, ma con lo scoppiare della guerra perderà il suo amore nel deserto, tra gli orrori dei combattimenti.
Nel 2009 vince l’ambita statuetta (e non solo quella) una pellicola tratta dal romanzo Le dodici domande dello scrittore indiano Vikas Swarup. Il film di cui stiamo parlando è The Millionaire.
Il libro del 2005 narra la storia di Ram Mohammad Thomas, un giovane cameriere che diviene il più grande vincitore di quiz della storia, solo per essere stato imprigionato con l’accusa (ma senza alcuna prova) di truffa. Nel film di Danny Boyle, il nostro protagonista si chiama Jamal Malik e la prima scena ci mostra la sua partecipazione come concorrente alla versione hindi del quiz televisivo Chi vuol essere milionario?. Il conduttore non si capacita di come un giovane cresciuto nelle baraccopoli di Mumbai possa conoscere tutte le risposte e al termine della puntata, su sua indicazione, Jamal è arrestato dalla polizia che lo interroga e lo sottopone a tortura. Da quel momento il ragazzo ripercorre le tappe della sua vita, da quando era un bambino di strada: ogni risposta data in trasmissione, infatti, corrisponde a qualcosa che ha imparato nei momenti cruciali.
Infine, parlando di film vincitori degli Oscar tratti da libri, potevamo non citare Nomadland? Il vincitore del 2021 è infatti tratto dal libro del 2017 della giornalista Jessica Bruder Nomadland – Un racconto d’inchiesta.
La storia racconta di come, dopo aver perso il marito e il lavoro durante la Grande recessione, la Fern lasci la città industriale di Empire per attraversare gli Stati Uniti occidentali sul suo furgone. Lungo la strada conoscerà altre persone che, come lei, vivono una vita da nomadi moderni, al di fuori delle convenzioni sociali.
Nomadland vede la partecipazione dei veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells nella veste di guide e compagni di Fern attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano e ci accompagna in un viaggio attraverso la vita, i sogni e le speranze di questi nomadi del terzo millennio. Guardando il film e leggendo il libro, possiamo scoprire che al di là del velo illusorio del Sogno Americano è forse possibile scorgere una nuova realtà: più umana, più inclusiva, più bella.
Concludiamo questo articolo ricco di consigli con un FUN FACT: Sapevate che il nome “Oscar” si è diffuso solo alcuni anni dopo la prima cerimonia e che ancora oggi il sito ufficiale dell’Academy continua a parlare del nome Oscar come di un soprannome? Secondo la versione più diffusa, tutto iniziò quando Margaret Herrick (direttrice della biblioteca dell’Academy negli anni ’30), vedendo la statuetta esclamò “Assomiglia proprio a mio zio Oscar!”