Profumo di mare

“Sonia è tutto pronto? Ti prego manca poco”
Da quando ho questo piccolo mostriciattolo che mi gira per casa, le vacanze estive sono diventate completamente dedicate a lei.
E non fraintendetemi, non sono triste per questa cosa. Onestamente non pensavo di poter sacrificare le mie ferie per una bimbetta di 6 anni, ma vederla felice mi riempie il cuore di gioia. Poi Sonia è il mio orgoglio: così piccola ma così sveglia. Zittisce tutti e argomenta le sue tesi come una vera oratrice ai tempi dei romani. Mi piace immaginare il suo futuro e adoro vedere che (per adesso) l’ho tirata su veramente bene.
Il mio ragazzo
Quest’anno andiamo a Ponza tutti e 3 insieme. Amici di Marco, il mio ragazzo, ci hanno detto che è una meta perfetta per le famiglie.
Avete letto bene, Marco è il mio RAGAZZO e continuerò a chiamarlo così. Mi divertono molto le facce dei miei quando mi sentono dirlo.
“Ma cosa siete, dei fidanzatini alle prime armi?” mi dicono sempre in coro. Però è la verità: sposati non siamo (per motivi nostri che non vi interessano) e francamente mi rifiuto in modo categorico di chiamarlo “compagno” perché non ho mai capito il vero significato di questa parola. È come se si nascondesse il triste significato del farsi compagnia a vicenda, perché ormai si è soli. Poi diciamocela tutta, è un termine da vecchi. Come se dietro quel termine si celasse un pudore intrinseco. Quasi a dire “lui è il mio compagno perché ormai certe cose non le facciamo più”.
E invece no. Marco è il mio ragazzo e continuerò a baciarlo in pubblico quando e come vorrò.
Vacanze estive
Comunque Sonia l’ha presa bene la vacanza sull’isola. Mi ha strillato subito che vuole vedere un sacco di pesci perché il mare è la sua passione. Ed è anche la mia a dirla tutta. Per me “vacanza estive” significano solo mare. L’ho visto quasi tutto in Italia e ogni zona ha un ricordo diverso, bello o brutto che sia.
Calabria
Mi ricordo la Calabria. Avevo 15 anni e già mi ero stufata di stare in vacanza con i miei. L’aria era pesante seppur Soverato sembrava la giusta città per svagarsi e dimenticare le paranoie che si porta dietro il nord. Era la prima vacanza senza mia sorella e a dirla tutta un po’ mi mancava. Non avevo più il supporto di quella spalla sicura e a fare amicizia non ero mai stata brava. Ma c’era una sola persona che avrei voluto conoscere durante quella permanenza. Era alto, moro, fisicato il giusto e aveva quei 2 o 3 anni in più di me che vanno sempre bene per una ragazzina sognante. La storia non ha un seguito particolarmente emozionante: io me ne stavo sotto il mio ombrellone facendo finta di leggere e lui se ne stava sotto il suo, ascoltando musica e parlando con altre ragazzine più belle di me. Andò avanti così per una settimana. Probabilmente avrei voluto parlargli ma ora come ora ringrazio di averlo solo idealizzato nella mia testa. Molto probabilmente avrei scoperto che era solo l’ennesimo tamarro un po’ stronzo che mi avrebbe fatto soffrire. E invece in questo modo rimane ancora il ragazzo misterioso della spiaggia calabrese.
Marche
Mi ricordo le Marche. L’unica vacanza che mi ero potuta permettere per un viaggio di maturità. Eravamo io e quella che era al tempo la mia migliore amica. Cariche a pallettoni per affrontare il campeggio e mille avventure insieme. Alzarsi in mezzo al bosco e ritrovarsi ogni giorno a due passi da un mare cristallino era come un sogno. Mi sentivo talmente rilassata che sarei rimasta in quel luogo del Conero per 3 mesi. Però la nostra permanenza era molto più breve. 4 giorni conditi da varie sfighe. Prima la macchina che non reggeva le salite e poi il mio ginocchio rotto. Sembra strano ma non ricordo il dolore o i pianti. Era avvenuto tutto in modo molto romantico. Ci eravamo infiltrate in una festa in spiaggia come delle brave diciannovenni. Un toga party per la precisione dove tutti erano vestiti solo da lenzuoli e in testa si indossavano delle coroncine di legnetti e foglie messe su alla buona. Io lo vidi, bello come il sole. Era praticamente un dio greco. L’alcol mi aiutò e mi feci avanti prendendolo per le mani e portandolo sulla pista. Ballammo per un po’ fino a quando lui mi fece fare un casquè e lì sentii uno strano movimento nella gamba sinistra. Vi risparmio l’ospedale di Civitanova, le stampelle e tutto il disagio che seguì quei giorni. Però vi assicuro che quell’unica notte di luglio riuscì a compensare i duri mesi che mi toccò sopportare. Tornassi indietro adesso, rifarei tutto uguale.
Sardegna
Mi ricordo la Sardegna. Il caldo torrido di quell’estate mi aveva fatto subito pentire di aver scelto una meta così tanto turistica. Avevo lasciato tutto in mano alle mie due colleghe, dicendo solo “per me va bene tutto, poi ditemi quanto fa”. Quell’anno ero talmente privata di qualsiasi pulsione al divertimento che mia madre non mi riconosceva più. Avevo 25 anni ma il senso di smarrimento e confusione si stava completamente impossessando di me.
“Non puoi startene tutto il giorno a leggere libri tristi Claudia, andiamo a fare qualcosa di divertente. Abbiamo prenotato una festa in barca!”. Avevano esordito così le mie compagne di viaggio prima di fare quella che tuttora è l’esperienza più bella della mia vita. Sarà stato il buon vino o il mare stupendo che ci circondava, ma fu in quel momento che ricominciai a sentirmi di nuovo viva. Non so cosa succedesse dentro di me di preciso, ma incominciai a vedermi con un ruolo ben preciso nel mondo. Il mare che tracciava una lontana linea d’orizzonte era diventato per me la visione di una vita che mi aspettava completamente nuova e sconosciuta. Il solo pensiero mi elettrizzava e fu quella scossa di adrenalina che mi fece ballare tutta la notte. Ricordo ancora quando partì “Dancing in the moonlight” e io mi lasciai trasportare dalle onde con gli occhi chiusi e le braccia al cielo.
Ieri e oggi
“Mamma sono pronta! Tu hai preso il fenicottero gonfiabile? Lo sai che senza di quello in acqua non mi butto”
La voce squillante di Sonia mi riporta alla realtà.
“Sì l’ho preso amore, saliamo in macchina”
Forse da queste estati al mare ho capito che nulla avviene per caso. Ho imparato col tempo ad accogliere ciò che la vita mi ha portato. Che sia un’infatuazione adolescenziale, un ginocchio rotto o una barca da sogno, tutto è avvenuto per un motivo. Io dovevo essere lì in quell’istante.
E anche ora è così. Se sono in macchina, affianco a Marco a cercare di placare una bambina super emozionata per la partenza, è per una precisa ragione. Probabilmente non l’ho ancora capita, ma magari questo nuovo mare mi darà la risposta.
Caterina Guarini
Il nostro consiglio di lettura
Anche se siamo solo a giugno, la voglia di evasione e il profumo d’estate si iniziano a far sentire. Per questo motivo abbiamo pensato di abbinare a questo racconto un romanzo ambientato nella stagione più magica che esista, dove tutto sembra possibile.
L’estate che resta scritto da Giulia Baldelli è una storia che celebra l’amore nella sua forma più tenace, più appassionata e che non si cura dei generi. Non è mai troppo presto per attrezzarsi, le vacanze sono vicine e i libri da leggere sempre troppi rispetto al tempo a disposizione.
Questo si può sicuramente mettere in lista. Il titolo è disponibile in biblioteca!
Bella rubrica. Come si fa a partecipare
Grazie Marco! Per partecipare basta inviare una mail all’indirizzo info@bibliotecavenariareale.it allegando il racconto e la canzone da abbinare (al libro ci pensiamo noi)!