Cinque domande con Marta Barone
La scrittrice con la quale abbiamo chiacchierato questa settimana è Marta Barone.
Traduttrice e consulente editoriale, ha pubblicato tre libri per ragazzi con Rizzoli e Mondadori; il suo primo romanzo è Città sommersa (Bompiani), candidato al Premio Strega 2020.
Il mestiere dello scrittore è sempre stato nei tuoi sogni di bambina oppure è successo per caso?
Ho sempre scritto, forse perché ho sempre letto. Quando non sapevo scrivere disegnavo le storie o le raccontavo agli altri o, soprattutto, a me stessa. Poi ho cominciato anche a scriverle. In realtà non pensavo al “mestiere” di scrittore, sapevo solo che mi piaceva inventare storie e anche che non avrei smesso di farlo, qualunque lavoro avessi scelto (ho cambiato idea molte volte). Penso che sia un piacere innato, che nel tempo, con fatica, ha preso una forma. Sulla quale continuerò, naturalmente, a lavorare.
I luoghi della cultura, come musei e biblioteche, sono stati particolarmente colpiti dall’emergenza sanitaria, qual è il tuo pensiero in proposito?
Le biblioteche sono sempre state per me uno spazio di pace e di lavoro, oltre che fondamentali per poter leggere tutto quello che volevo quando non avevo i soldi per comprare libri. Quindi spero che con il lento ritorno alla normalità possano riaprire in sicurezza, con controlli e distanziamenti del caso, soprattutto come spazi di rifugio lavorativo e, più avanti ancora, di nuovo come luoghi di socialità e incontri letterari, dibattiti e discussione. Le biblioteche sono gangli vitali e dovranno (dovrebbero…) essere centrali per la ricostruzione di una normalità culturale e civile. Così come i musei, ovviamente.
Per quanto riguarda la tua professione, ti definiresti una promotrice culturale?
No. Sono una consulente editoriale e una traduttrice, un’editor freelance e la curatrice delle opere di Marina Jarre. Sono questi i miei molti mestieri. Semplicemente mi piace parlare di ciò che è bello e interessante e, se possibile, lavorare perché ritorni alla luce se è stato dimenticato o perché venga visto se non è successo prima.
Se dovessi consigliare ai nostri lettori un libro che è fondamentale aver letto nella vita, quale sarebbe?
Queste scelte sono sempre drammatiche, quindi come al solito vado a caso e scelgo uno tra i molti fondamentali: Lezioni di letteratura russa di Nabokov. Insegna a leggere meglio, insegna a guardare con più attenzione. Decisamente, è un libro che cambia la vita.
Guardando al futuro, pensi che presto potremo leggere un tuo nuovo libro?
Presto sicuramente no. Sono lenta, ho bisogno che arrivi l’idea giusta, che si radichi, e poi che si sviluppi. Quindi non so assolutamente nulla del prossimo libro, so solo che prima o poi arriverà.
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